Champagne Dom Perignon P2 2002
Premi: James Suckling: 98/100; Antonio Galloni: 97/100; Robert Parker: 96/100; Wine Spectator: 96/100
Regione: Champagne
Formato: 0,75 LT
Anno: 2002
Gradazione: 12,50%
Temperatura Servizio: 8-10 gradi
Tempo Conservazione: Fino a 30 anni
Vinificazione: Le uve Chardonnay e Pinot Noir provengono esclusivamente da vigneti Grand Cru di proprietà, con selezione dei migliori grappoli già in vigna. La raccolta è eseguita a mano in piccole cassette; in pochissimo tempo i grappoli sono trasferiti in cantina e pressati; la fermentazione si svolge in acciaio inox a temperatura controllata per alcune settimane. Al vino base dell'annata è aggiunto il liquer de tirage per la presa di spuma, cui segue la rifermentazione in bottiglia e l'affinamento sui lieviti per quasi 15 anni. Si procede quindi al dégorgement e all'aggiunta di liquer d’expedition.
Uvaggio: 52% Chardonnay, 48% Pinot Noir
Abbinamento: Grande champagne, perfetto su tutto, e anche da solo.
Solfiti: Contiene solfiti
Sede cantina: 8 Rue de Bernon, 51200 Épernay, Francia
Dom Pérignon Plénitude 2 ovvero la seconda vita di Dom Pérignon, che dopo quasi quindici anni di lenta trasformazione nelle cantine della maison, raggiunge uno stato sorprendente di compiutezza, maturità, pienezza. Uno Champagne che ha innanzi a sé una vita lunghissima, durante la quale potrà acquisire ed offrire ancor più potenza, ricchezza, freschezza e mineralità di quella che già ora è in grado di esprimere. Agli irriducibili amanti del Dom Pérignon, oggi o domani, una degustazione ricca di sensazioni uniche e indimenticabili.
Dom Pérignon è un mito, una leggenda che, come si usa dire, non ha bisogno di presentazioni. Citiamo solo tre nomi, tre personaggi che hanno rappresentato e rappresentano la storia della grande maison: il primo è Pierre Pérignon, classe 1638, il monaco benedettino francese che secondo la tradizione “inventò” lo Champagne, studiando, sperimentando e mettendo a punto il metodo della rifermentazione in bottiglia; il secondo è Robert-Jean De Vogüe, direttore di Moët et Chandon: a lui si deve la geniale intuizione di utilizzare alcune riserve del 1921 per creare una nuova cuvée, dedicata a Pierre Pérignon; il terzo è Richard Geoffroy, l’attuale chef de cave, ritenuto all’unanimità il miglior maestro di cantina vivente. Dom Pérignon ancora oggi appartiene a Moët et Chandon, che a sua volta fa parte di Louis Vuitton Moët Hennessy, il più grande gruppo industriale del lusso al mondo. La produzione riguarda esclusivamente Champagne millesimati, vinificati con le migliori uve selezionate in una singola annata, provenienti da vigneti prevalentemente a Grand Cru e solo da vendemmie con caratteristiche eccezionali, in mancanza delle quali si rinuncia alla creazione del vintage.