Champagne Dom Pèrignon Rosè Vintage 2009

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Disponibilità : Immediata
Uvaggio : 55% Pinot Noir, 45% Chardonnay
Gradazione : 12,50%
Anno : 2009
Formato : 0,75 LT
Temperatura Servizio : 8-10 gradi
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Premi: James Suckling 99/100 - Antonio Galloni 94/100

Regione: Champagne

Formato: 0,75 LT

Anno: 2009

Gradazione: 12,50%

Temperatura Servizio: 8-10 gradi

Tempo Conservazione: Fino a 25 anni

Vinificazione: Prodotto con il 55% di uve Pinot Noir, vinificate in parte in bianco e in parte in rosso, e con il 45% di uve Chardonnay. Affinato sui lieviti più di dieci anni.

Uvaggio: 55% Pinot Noir, 45% Chardonnay

Abbinamento: Per qualsiasi tipo di menù, di mare e di terra.

Solfiti: Contiene solfiti

Sede cantina: 8 Rue de Bernon, 51200 Épernay, Francia

Dom Pèrignon Rosè interpreta pienamente la filosofia del monaco Pierre Pèrignon che nel 1600 “inventò” lo champagne con lo scopo di creare “il miglior vino al mondo”. Rosè Vintage nasce da antichi e prestigiosi vigneti grand cru e premier cru ed è prodotto per una metà abbondante da uve Pinot Noir, vinificate in parte in bianco e in parte in rosso, e per la restante percentuale da uve Chardonnay; l'affinamento sui lieviti supera i dieci anni. E’ proprio il Pinot Noir a caratterizzare in modo inconfondibile questo champagne, avvicinandolo in un certo senso al mondo dei grandi rossi: ecco perché si abbina con eleganza anche a piatti a base di carni pregiate. Rosato con scintillii dorati, profuma di spezie, agrumi e frutti esotici, aromi che ritroviamo al palato, dove permangono soavemente a lungo. Prezioso e longevo, esprime in ogni calice giovinezza e maturità, maestria e umiltà, eleganza e freschezza, in un’ armonia che sfiora la perfezione assoluta.

Dom Pérignon è un mito, una leggenda che, come si usa dire, non ha bisogno di presentazioni. Citiamo solo tre nomi, tre personaggi che hanno rappresentato e rappresentano la storia della grande maison: il primo è Pierre Pérignon, classe 1638, il monaco benedettino francese che secondo la tradizione “inventò” lo Champagne, studiando, sperimentando e mettendo a punto il metodo della rifermentazione in bottiglia; il secondo è Robert-Jean De Vogüe, direttore di Moët et Chandon: a lui si deve la geniale intuizione di utilizzare alcune riserve del 1921 per creare una nuova cuvée, dedicata a Pierre Pérignon; il terzo è Richard Geoffroy, l’attuale chef de cave, ritenuto all’unanimità il miglior maestro di cantina vivente. Dom Pérignon ancora oggi appartiene a Moët et Chandon, che a sua volta fa parte di Louis Vuitton Moët Hennessy, il più grande gruppo industriale del lusso al mondo. La produzione riguarda esclusivamente Champagne millesimati, vinificati con le migliori uve selezionate in una singola annata, provenienti da vigneti prevalentemente a Grand Cru e solo da vendemmie con caratteristiche eccezionali, in mancanza delle quali si rinuncia alla creazione del vintage.