Nina Manzoni Bianco DOC Piave

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Disponibilità : Immediata
Uvaggio : Incrocio Manzoni 6.0.13
Gradazione : 13,50%
Anno : annata corrente
Formato : 0,75 LT
Temperatura Servizio : 8-10 gradi
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Premi: Terzo premio al Decanter World Wine Awards.

Regione: Veneto

Formato: 0,75 LT

Anno: annata corrente

Gradazione: 13,50%

Temperatura Servizio: 8-10 gradi

Tempo Conservazione: Fino a 12 anni

Vinificazione: Vendemmia a inizio ottobre, pressatura molto soffice, macerazione a freddo per dieci ore, affinamento nove mesi sulle fecce fini, maturazione novanta giorni prima della messa in vendita.

Uvaggio: Incrocio Manzoni 6.0.13

Abbinamento: Primi piatti di pesce e con verdure, carni bianche, formaggi freschi e teneri.

Solfiti: Contiene solfiti

Sede cantina: Via del Carmine, 2, 31020 Rai TV

Manzoni Bianco 6.0.13 è un vitigno autoctono della provincia di Treviso, concepito e realizzato negli anni trenta dal professor Luigi Manzoni, preside ricercatore alla scuola di Enologia di Conegliano. Nasce dall’incrocio tra Riesling Renano e Pinot Bianco e genera un vino di grande freschezza ed eleganza. Per il Nina Manzoni Bianco DOC Piave le uve sono fatte surmaturare in pianta, per assecondare la concentrazione degli aromi e favorire una notevole struttura e complessità nel vino. Frutti estivi ed esotici, fiori di pesco e di glicine compongono il profumato bouquet, mentre al palato l’acidità è puntualmente bilanciata da un retrogusto dolce, lungo e persistente. Il risottino agli asparagi, la pasta allo scoglio, l'insalata di pollo sono sul podio degli abbinamenti.

Simone, Alessio e Fabio Cecchetto sono i tre giovani titolari di Ca’ di Rajo, azienda agricola ubicata a Rai di San Polo di Piave, in provincia di Treviso. I tre fratelli portano avanti con competenza e determinazione l’attività fondata dal nonno, ed anche la sua battaglia in difesa della bellussera, antico metodo di coltivazione della vite che fu ideato nella zona di Treviso dai fratelli Bellussi a fine ottocento per contrastare il flagello della peronospera. Si tratta un sistema a raggi che si sviluppa a circa tre metri di altezza da terra, in cui i filari ricamano il terreno come un merletto e formano un decorativo monumento naturale. Metodo molto sostenibile, pur se economicamente impegnativo e per questo praticamente in via di estinzione. Cà di Rajo lo difende a spada tratta e lo impiega nei quindici ettari di vigneti coltivati a Raboso del Piave, Glera, Chardonnay, Pinot Bianco, Sauvignon, Verduzzo, Merlot oltre al Manzoni Rosa 1.50 creato dal prof. Manzoni dall’impollinazione tra Traminer e Trebbiano, rarissimo autoctono che solo tre cantine producono e solo Cà di Rajo spumantizza. All’interno della tenuta troviamo la trecentesca chiesetta del Carmine e laTorre di Rai risalente al decimo secolo. Radici antiche e profonde tengono ben salda questa azienda dallo stile dinamico e contemporaneo, e costituiscono la vera ricchezza, storica e umana, da cui partire per raggiungere altissimi traguardi.