Nel primo dopoguerra Mamete Prevostini coltivava ortaggi, produceva vino, lavorava salumi e formaggi tra le montagne della Valtellina, e li offriva ai passanti.
In questa sorta di primordiale agriturismo Mamete conservava i suoi prodotti nel crotto: una grotta naturale tra le rocce, in cui temperatura e umidità sono costanti.
L’amore per la montagna e per il lavoro è fluito, come la cosa più naturale del mondo, dal nonno al figlio, e poi al nipote, il quale dagli anni 90 si occupa della cantina con la stessa dedizione, curando i vigneti come giardini, impegnandosi a preservare l’ambiente per consegnarlo integro alle future generazioni.
I vini provengono da otto ettari di vigneti di proprietà e da dodici coltivati da viticoltori che hanno la medesima visione.
Vini che si fregiano di essere “complessi, non complicati”, capaci di raccontare a tutti la bellezza della montagna e l’autenticità della sua gente.
L’antico crotto custodisce oggi le migliori annate, ed è luogo intimo della memoria, dove aleggiano i ricordi di famiglia più cari.
...