Raboso DOC Piave Sangue del Diavolo
Sconto 21%
Premi: Los Angeles International Wine Competition: terzo classificato.
Regione: Veneto
Formato: 0,75 LT
Anno: annata corrente
Gradazione: 14,00%
Temperatura Servizio: 18-20 gradi
Tempo Conservazione: Fino a 15 anni
Vinificazione: Macerazione di 20-25 giorni su tini di legno, fermentazione malolattica appena dopo la svinatura con batteri selezionati; affinamento: 2 anni in botte per le uve surmaturate in pianta, un anno in barrique per le uve passite in fruttaio. Affinamento in bottiglia per sei mesi prima della messa in vendita.
Uvaggio: Raboso Piave in purezza
Abbinamento: Arrosto, carne in umido, cacciagione.
Solfiti: Contiene solfiti
Sede cantina: Via del Carmine, 2, 31020 Rai TV
Per il Sangue del Diavolo il novanta per cento delle uve è lasciato surmaturare in pianta, mentre il rimanente è posto ad appassire in fruttaio per quaranta giorni. In cantina poi il vino da uve surmaturate affina due anni in botte mentre quello da uve passite matura in barriques per dodici mesi. Si ottiene alla fine un vino rosso dal colore denso e compatto, profumato di prugna, more e ciliegie, oltre che di spezie quali cannella, pepe e vaniglia. L'importanza dei tannini e la misurata acidità lo rendono in grado di sostenere ed esaltare elaborati piatti di carni rosse e selvaggina.
Simone, Alessio e Fabio Cecchetto sono i tre giovani titolari di Ca’ di Rajo, azienda agricola ubicata a Rai di San Polo di Piave, in provincia di Treviso. I tre fratelli portano avanti con competenza e determinazione l’attività fondata dal nonno, ed anche la sua battaglia in difesa della bellussera, antico metodo di coltivazione della vite che fu ideato nella zona di Treviso dai fratelli Bellussi a fine ottocento per contrastare il flagello della peronospera. Si tratta un sistema a raggi che si sviluppa a circa tre metri di altezza da terra, in cui i filari ricamano il terreno come un merletto e formano un decorativo monumento naturale. Metodo molto sostenibile, pur se economicamente impegnativo e per questo praticamente in via di estinzione. Cà di Rajo lo difende a spada tratta e lo impiega nei quindici ettari di vigneti coltivati a Raboso del Piave, Glera, Chardonnay, Pinot Bianco, Sauvignon, Verduzzo, Merlot oltre al Manzoni Rosa 1.50 creato dal prof. Manzoni dall’impollinazione tra Traminer e Trebbiano, rarissimo autoctono che solo tre cantine producono e solo Cà di Rajo spumantizza. All’interno della tenuta troviamo la trecentesca chiesetta del Carmine e laTorre di Rai risalente al decimo secolo. Radici antiche e profonde tengono ben salda questa azienda dallo stile dinamico e contemporaneo, e costituiscono la vera ricchezza, storica e umana, da cui partire per raggiungere altissimi traguardi.