Santa Rita Rosso di Valtellina DOC 2022
Sconto 15%
Regione: Lombardia
Formato: 0,75 LT
Anno: 2022
Gradazione: 13,50%
Temperatura Servizio: 16-18 gradi
Tempo Conservazione: Fino a 10 anni
Vinificazione: Delicata diraspatura, leggera pigiatura, fermentazione in acciaio con macerazione sulle bucce per 7 giorni. La fermentazione malolattica è svolta in parte in acciaio e in parte in legno, dove la maturazione prosegue per circa 10 mesi. Il vino affina poi in bottiglia per altri 6 mesi.
Uvaggio: 100% Nebbiolo
Abbinamento: Perfetto per un tagliere di salumi nostrani: bresaola, slinziga, cacciatore, fiocco della Valtellina. Ottimo con carni bianche e formaggi semi-stagionati.
Solfiti: Contiene solfiti
Sede cantina: Via Don Primo Lucchinetti, 63, 23020 Mese (SO)
Imbottigliato la prima volta il 22 maggio, giorno di Santa Rita, il Rosso di Valtellina Doc di Mamete Prevostini suggerisce ai nostri sensi la freschezza di una primavera in montagna. Freschezza è proprio la parola chiave per interpretare il Santa Rita: fresco e brillante il colore rubino, freschi e fragranti i profumi di frutti di bosco, rose e viole, fresco e piacevolmente persistente il sapore al palato. Gustiamolo a tutto pasto, con salumi nostrani e piatti della tradizione locale.
Nel primo dopoguerra Mamete Prevostini coltivava ortaggi, produceva vino, lavorava salumi e formaggi tra le montagne della Valtellina, e li offriva ai passanti. In questa sorta di primordiale agriturismo Mamete conservava i suoi prodotti nel crotto: una grotta naturale tra le rocce, in cui temperatura e umidità sono costanti.L’amore per la montagna e per il lavoro è fluito, come la cosa più naturale del mondo, dal nonno al figlio, e poi al nipote, il quale dagli anni 90 si occupa della cantina con la stessa dedizione, curando i vigneti come giardini, impegnandosi a preservare l’ambiente per consegnarlo integro alle future generazioni. I vini provengono da otto ettari di vigneti di proprietà e da dodici coltivati da viticoltori che hanno la medesima visione. Vini che si fregiano di essere “complessi, non complicati”, capaci di raccontare a tutti la bellezza della montagna e l’autenticità della sua gente. L’antico crotto custodisce oggi le migliori annate, ed è luogo intimo della memoria, dove aleggiano i ricordi di famiglia più cari.